Chiara Ferragni, nuova truffa all’ArciGay? La wanna marchi dei social

In attesa di nuove delucidazioni in merito all’andamento dell’inchiesta per il “pando gate”, cioè il caso: Balocco. Ci sono dichiarazioni da parte di un’altra associazione che ha pagato, in passato, la pubblicità da parte di Chiara Ferragni, ma senza avere voce in capitolo.

Diamo una breve spiegazione sulle ultime settimane di chiara ferragni.

La regina dei social ha fatto una grande figura di… diciamo una figuraccia dopo che la Balocco ha dato spiegazioni alla Guardia di Finanza in merito alla pubblicità ingannevole, eseguita da chiara ferragni. Nonostante la Balocco abbia chiesto, anche per iscritto, di non legare la pubblicità del nuovo pandoro “Pink Christmas” alla beneficenza, l’influencer ha fatto come ha voluto.

Tutto questo gli è costato circa 1.500.000 € di multa, che la chiarona nazionale deve versare. Inoltre ad un’indagine da parte di diversi enti della tutale per i consumatori. Insomma si è trovata nei guai fino al collo. Non solo chiara ferragni ha danneggiato in modo grave l’immagine della stessa Balocco. Quest’ultima che ha ricevuto, per colpa sua, una multa da 400.000 € e un calo delle vendite di circa il 20%. Insomma un disastro. Si prevede che la stessa Balocco potrebbe chiedere, appena concluso le indagini, un risarcimento milionario all’influencer.

La Guardia di Finanza e non solo, sta indagando anche su altre “iniziative benefiche” di chiara ferragni. Specialmente quelle collegate alle uova di Pasqua e alla sua bambola trudy, 2023, collegate ad una raccolta fondi contro il bullismo. Raccolta dove i soldi sono finiti nel nulla e dove chiara ferragni ha effettuato, da prime indagini, altra pubblicità ingannevole.

Per non finisce qui perché ora si fa avanti un’altra associazione che, all’epoca dei fatti, non ha avuto il coraggio di dire che c’era qualcosa che non andava, proprio per non mettersi contro la regina dei social.

Chiara ferragni e i commenti che la rinominano: la nuova wanna marchi

Dopo che è scoppiato il caso Balocco oggi noto come il “balocco gate”, sul profilo social dell’influecer c’è stata una notevole perdita di followers, migliaia. Stranamente ci sono stati nuovi like e nuovi account che hanno tamponato il calo. Da cui sono nate ulteriori “voci nel vento” che pensano che molti dei nuovi seguaci siano dei robot, i famosi: followers di bollywood. Però questa è un’altra storia.

Il team di chiara ferragni sta lavorando assiduamente per eliminare tutti i commenti negativi che sono realmente migliaia. Sono stati lasciati solo i pochi commenti positivi che sono pochissimi. Infatti questo è molto sospetto.

Ad ogni modo tra le tante frasi ritroviamo più e più volte quella in cui si paragona chiara ferragni a Wanna Marchi. Quest’ultima diede luogo ad uno scandalo epocale, qualche anno fa, in cui tutto quello che rivendeva erano solo truffe. Molti i processi che si sono susseguiti per verificare appunto le truffe, raggiri e le pubblicità ingannevoli che vennero eseguite da parte della Marchi.

Tuttavia, nell’era digitale, dei social, ci dovevamo aspettare che ci sarebbe stata una nuova Wanna Marchi e per tutti e appunto chiara ferragni. In effetti il modus operandiè lo stesso. Fare beneficenza mantenendosi poi l’incasso oppure vendere per lusso la peggio immondizia.

I nuovi truffati da chiara ferragni, l’Arcigay di Milano

Torniamo però al fulcro dell’articolo, cioè una nuova denuncia da parte di un’associazione che aveva collaborato con chiara ferragni.

Era il 2022 quando ci fu il Pride per i diritti LGBT che venne promossa da chiara ferragni con la vendita di una collezione di gioielli, la: Love Parade.

L’ArcyGay lotta continuamente per i diritti degli LGBT e per questo aveva progettato un sostegno appunto per la scuola di CIG Arcigay di Milano. L’associazione aveva quindi chiesto un supporto d’immagine, a pagamento comunque, a chiara ferragni. Il tutto per sensibilizzare le nuove generazioni contro il bullismo e verso i diritti di tutte le persone, indipendente dalla loro scelta sessuale.

Ovviamente chiara ferragni ha colto la palla balzo per lanciare il suo brand, poniamo l’accento su questo, l’influencer ha deciso di proporre e mettere sul mercato, con una pubblicità spietata sui social, il suo brand di gioielli, di dubbia qualità, dal nome: Love Parade.

Praticamente le sue parole sono state, ripetute in più e più video: comprando uno dei pezzi di questa collezione contribuisci e sostieni il progetto scuola CIG Arcigay Milano. La collezione, nonostante il giorno del pride sia passato da ben 2 anni, poiché era il 2022, è ancora in vendita presso il sito di chiara ferragni.

Un giornalista si è interessato a questo caso poiché ancora oggi c’è una pubblicità ingannevole perché molti utenti, che hanno comprato i gioielli, sono convinti di continuare a sostenere tale progetto. Però c’è chi ha contattato l’Arcigay facendo domande nette.

Arcigay: ecco come sono andate le cose

Il giornalista che si è interessato al caso fa parte dello staff di: portale Gay.it. Le domande sono state poche e nette, ma hanno chiarito tutta la situazione.

Punto primo: non è stata l’associazione a chiamare o contattare chiara ferragni, ma tutto il contrario. Un giorno, mentre loro si stavano organizzando per la raccolta fondi, ecco che ha chiamato lo staff di chiara ferragni per proporgli la collaborazione.

Punto secondo: loro erano convinti che le vendite, almeno da come erano stati proposti i contratti, almeno una parte, sarebbe andata nella raccolta fondi. Cosa non vera!

Punto terzo: la raccolta non era indirizzata ad un acquisto di qualsiasi gioiello, ma solo di uno. Ecco qui che si profila la pubblicità ingannevole da chiara ferragni. Infatti il comunicato di lancio pubblicitario recitava: qualsiasi pezzo comprate della collezione Love parade, una parte del ricavato andrà all’associazione… bla… bla. Mentre l’associazione, nel contratto, ha visto che solo un gioiello sarebbe stato venduto con una parte dei ricavati che andava al progetto di raccolta, cioè il gioiello: true love.

Punto quarto: non sono mai stati comunicati il quantitativo di vendite effettuate sul sito, nonostante ci fosse scritto nel contratto. Questo non ha potuto aiutare l’associazione Arcigay a capire quanto fosse realmente il ricavato da tale vendita e dalla pubblicità che è stata eseguita con il loro nome.

Infine chiara ferragni ha affermato di aver raccolto 50.000 € per il progetto di raccolta. Ma da lei e dalle vendite eseguite, di cui non sono state conteggiate le vendite effettive da parte dell’associazione, sono arrivati appena 10.000 €. I restanti 40.000 € sono stati raccolti direttamente ed esclusivamente dall’associazione tramite i tanti privati cittadini che hanno deciso di contribuire alla causa.

Non è il caso che la Guardia di Finanza chiarisca anche questa situazione? Da quanto tempo chiara ferragni truffa la buona fede dei suoi followers affiancando il suo nome a raccolte fondi organizzate da altre associazioni, persone o aziende?